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Titolo e sommario |
Relatore |
1 marzo 2017 |
‘Esiste un’ algebra del vero e del falso?’
La logica proposizionale classica è un’algebra di Boole. Questo significa, in particolare, che in essa i valori di verità formano un sistema chiuso: il vero e il falso o sono dei dati iniziali o derivano solo dal vero e dal falso, e le operazioni sul vero e sul falso producono solo il vero e il falso. Ora, nel discorso quotidiano le cose vanno in modo completamente diverso: l’uso corretto di una proposizione P priva di valore di verità può produrre la verità o la falsità di un’altra proposizione Q, e la verità o la falsità di P può, viceversa, produrre la correttezza o scorrettezza pragmatica di Q. |
Gianni Rigamonti
Università di Palermo |
8 marzo 2017 |
‘Il “fine tuning” ovvero “principio antropico” Fisica, Filosofia, Teologia . . . o che mai?’
La domanda sull’origine di coincidenze numeriche è vecchia quanto l’uomo. Per “fine tuning” si intende il fatto che, affinché esista vita, le costanti che intervengono nelle leggi fisiche fondamentali devono avere dei valori ben precisi e basta una minima deviazione perché il mondo che ne consegue sia senza la vita, almeno così come la conosciamo. Che esista tale “fine tuning” è fuori discussione, ma la domanda sul perché di tale “sintonizzazione” è una domanda di carattere fisico o è una domanda più propriamente filosofica, o addirittura una domanda senza senso? L’argomento ha dato vita ad un acceso dibattito in ambito scientifico e filosofico. Viene discusso qualche esempio di “fine tuning” e si cerca di chiarire la necessaria distinzione tra aspetti fisici e filosofici.
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Diego Molteni
Università di Palermo |
15 marzo 2017 |
‘Certo, certissimo anzi.. probabile ovvero Le verità matematiche’
Nel linguaggio corrente dire che la certezza di qualcosa è “matematica” è come attribuirle un valore di assolutezza indiscutibile. La Matematica è il regno della certezza assoluta: una volta dimostrata un’affermazione questa è vera e vera per sempre!
Ma è veramente così? La natura ipotetico deduttiva della matematica impone la scelta di un certo numero di assiomi indipendenti e coerenti, la cui verità è assunta, una volta si sarebbe detto perché evidenti. Queste verità assunte permettono poi di dedurre nuove affermazioni, i teoremi. La verità di queste affermazioni dipende, ovviamente, dagli assiomi scelti. La consapevolezza di questo fatto è ormai un dato acquisito della Matematica fin dal sorgere delle geometrie non euclidee. Poincaré arriva ad affermare che gli assiomi sono “convenzioni”; anzi, addirittura, “definizioni apparenti”.
Queste osservazioni mettono in dubbio l’assolutezza della verità matematica.
Se a questo si aggiungono, poi, il paradosso di Russell e il teorema di incompletezza di Gödel, che segnarono momenti critici nella storia della matematica e della logica, sembra che anche in Matematica vi sia spazio per una sorta di relativismo e magari per l’avvento di una “matematica liquida”, in cui l’incertezza è l’unica certezza. Ma anche l’incertezza fa parte del regno della matematica da quando vi ha trovato posto la teoria della probabilità… |
Camillo Trapani
Università di Palermo |
22 marzo 2017 |
‘Esistenza, realtà, evidenza. Riflessioni alla luce di un mostruoso chiaro di luna’
Il XX secolo si apre, per la Matematica, con la celebre lista dei ventitré problemi di Hilbert. Pi`u difficile, ovviamente, stabilire quale possa identificarsi come l’evento conclusivo. Ma tra le conquiste più sorprendenti dell’ultimo quarto di secolo non si può non riconoscere la teoria del moonshine. Nel mezzo, le eccezionali scoperte della Logica e della Fisica, spesso oltre il limite del paradossale, hanno restituito straordinaria attualità persino alle intuizioni dei presocratici. Attraverso la rilettura di poche celebri massime, spero di riuscire a tracciare una linea che congiunga alcuni puntini lasciati a caso su un foglio, lasciando emergere con candore il mio personale, infantile, disegno.
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Giovanni Falcone
Università di Palermo |
29 marzo 2017 |
‘La arcaica struttura socio-logico-cognitiva
della moderna post-verità’Post-truth è stata incoronata dall’Oxford English Dictionary parola dell’anno 2016. Per l’occasione ne ha anche fornito la definizione. Si partirà da essa per indagare le operazioni socio-logico-cognitive sottese alla cosiddetta post-verità. Si cercherà di spiegare perché sotto la parola nuova si nasconde un problema antico quanto lo specifico animale che Aristotele ha definito zoòn politikón. Punti che saranno messi a fuoco: definizione di vero/falso, fondamento infondato dei giudizi empirici, effetto sistemico dei giudizi di verità, intreccio cognitivo di logica e passioni. Autori di riferrimento: Aristotele, Wittgenstein e, forse, Freud. |
Franco Lo Piparo
Università di Palermo |
5 aprile 2017 |
‘Complessità e recenti sviluppi in fisica della materia condensata’
Nei sistemi complessi emergono comportamenti collettivi che non sono semplicemente dati dalla somma dei comportamenti dei singoli costituenti elementari. La meccanica statistica, nata come ponte fra la descrizione microscopica e quella macroscopica dei sistemi naturali, si è via via arricchita e fornisce oggi l’insieme degli strumenti teorici, matematici e computazionali che permette di affrontare lo studio di questi comportamenti. Utilizzando questi strumenti si tenta sia di comprendere più a fondo problemi e fenomeni che sono oggetto di studio da molto tempo ma che presentano ancora molti misteri, come le transizioni di fase e la loro dinamica, le transizioni di fase topologiche e i fermioni di Majorana. |
Bernardo Spagnolo
Università di Palermo |
19 aprile 2017 |
‘‘Verità e progresso nelle scienze. Un caso storico: Poincaré-Einstein’
Nel 1905 tutti gli ingredienti che poi diventeranno la Relatività speciale erano pronti. Lorentz, Poincaré, Einstein condividevano gli stessi problemi e le stesse soluzioni formali. Eppure solo Einstein è considerato il padre della relatività. Perché? Qual era la differenza di approccio tra i due scienziati? Lorentz, Poincaré, Einstein avevano idee diverse di cosa significasse “spiegare” in fisica. Quelle che lo stesso Einstein chiamò in seguito “fisica dei principi” e “fisica costruttiva” rispondevano ad esigenze diverse. Lorentz, Poincaré Einstein differiscono anche per una idea diversa di etere. “Etere” è però una di quelle parole che scompare e ricompare in questa storia. Lo stesso Einstein, che pensava di averlo reso inutile nel 1905, dovette ripensarci inseguito. Oggi si ricomincia a chiamare il cosiddetto vuoto “etere”. Sembra che anche il concetto di sistema privilegiato cominci ad essere riconsiderato. L’eliminazione temporanea del concetto di etere fu, dunque, una mossa progressiva, anche se errata? Quale relazione esiste tra progresso scientifico e l’essere adeguata al reale di una determinata interpretazione dei dati sperimentali in possesso dello scienziato? Rivisitare una questione storica ormai classica permette di riproporsi queste domande. |
Alfio Briguglia
Società Italiana per l’Insegnamento della Fisica |
26 aprile 2017 |
‘L’ambiguità come motore del progresso in matematica’
La matematica non è il fortino protetto della chiarezza e della precisione; ogni volta che i matematici si illudono di aver raggiunto la perfezione, prima o poi si accorgono risolvendo qualche nuova ambiguità che la matematica è come la barca che si deve riparare continuando a navigare (la barca di Neurath). L’ambiguità è destabilizzante, disturba, ma è anche uno stimolo a pensare, a riordinare le idee, a imporre scelte. È un’occasione, un’opportunità, un motore di progresso. Seguiremo alcune tracce dell’ambiguità nella storia della matematica, trovandole dall’antichità a oggi tutte le volte che appare un nuovo concetto: vari sistemi numerici, infinitesimi, geometrie non euclidee, insiemi, ma sopratutto in quella che dovrebbe essere il fondamento della disciplina, l’idea stessa di dimostrazione. |
Gabriele Lolli
Accademia delle Scienze, Torino |